Carissimi lettori,e lettrici,
questa è la storia,a volte un po'
triste di Gelsomina,un'anatra tanto buffa e diversa da tutte, che quelli della
fattoria non mancavano di deriderla e prendere in giro ogni volta che
capitava loro tra i piedi. Meno il bambino del fattore: i Bimbi a volte sanno
essere più saggi dei grandi. Comunque....ride bene chi ride l'ultimo,diceva un
vecchio detto, e può darsi che qualcosa di buono doveva eserci nel cuoricino di
Gelsomina,che pure aveva tanto sofferto.
Vedremo!
Buona lettura,e.....a rileggerci!
LA PAPERA GELSOMINA
Quella mattina di primavera le papere starnazzavano tutte nel piccolo
stagno in fondo all'aia, tutte tranne Gelsomina; lei non era come le altre
papere; era assai più piccola ma il suo collo era più lungo quasi quanto quello
di un'oca, e il suo piumaggio era completamente candido.
Tuttavia la sua maggiore peculiarità era il
suo modo di esprimersi. Infatti anziché "qua" "qua" lei
faceva "qui” “qui" con un acuto finale che destava l’ ilarità del
fattore e dei braccianti della fattoria.
Le altre papere erano solite guardare Gelsomina dall’alto in basso;
cercavano di evitarla in tutti i modi e lei se ne stava in disparte un poco
triste e anche offesa.
Solo
Giacomino, il figlio minore del fattore, pareva
interessarsi a lei e a volte imitava divertito il suo richiamo. Lei di rimando rispondeva cosi che ne usciva
uno strano colloquio cacofonico al quale poi le altre papere indispettite
subito reagivano con tanti "qua' "qua' di protesta.
Allora Gelsomina sconsolata andava verso il vecchio pozzo per bagnarsi in una piccola
pozzanghera ivi rimasta dopo i frequenti prelievi di acqua e restava immobile e
silenziosa fino a quando non udiva il richiamo del fattore che recava il
becchime alle papere. Gelsomina si
portava quindi nelle vicinanze per un po’ di cibo ma le altre papere facendo
cerchio attorno alla ciotola le impedivano di accostarsi, non solo,ingaggiavano
una furiosa battaglia nei suoi confronti tanto che la poveretta doveva
allontanarsi e cercare poi nel granaio qualcosa da beccare.
Giacomino, quando era nelle vicinanze, le
allungava qualche pezzetto di pane ma in famiglia le sue premure verso questa
strana creatura non erano viste di buon occhio. Per loro Gelsomina era uno
scherzo della natura che non prometteva nulla di buono ed anzi col suo acuto "qui
“qui” era piuttosto fastidiosa. Infatti
non era ne anatra ne oca e per di più era terribilmente buffa con quel lungo
collo su un corpo tanto piccino. Un
essere di cui ridere e nulla più.
Nel pomeriggio di quello stesso giorno, mentre le papere si recavano allo
stagno in fondo all'aia, Gelsomina vide Giacomino uscire dal cancello e tentò
di seguirlo.
Egli andava in direzione
del piccolo lago oltre la curva della strada principale e, poiché appena fuori
si era messo a correre ,la papera non riuscì a stargli dietro per cui una volta
giunta in prossimità della riva vide che Giacomino era già nell’acqua e si
allontanava in direzione della sponda opposta.
La papera stette a guardare per un po’ finché il ragazzo scomparve alla
sua vista.
Il lago era piccolo ma
alquanto insidioso laddove terminava in un folto canneto e varie erbe
acquatiche che formavano un groviglio quasi impenetrabile. Intanto era sceso il crepuscolo e Gelsomina,
spinta dalla curiosità, dopo avere nuotato parecchio vicino alla sponda si avventurò
più al largo sperando di scorgere Giacomino
e prosegui al limite delle sue forze verso il punto in cui il ragazzo era
scomparso.
Ad un tratto si udirono delle
voci in lontananza e quindi il fattore che chiamava “Giacomino, Gíacomino” Altre voci concitate si udirono provenire
anche dalla strada e Gelsomina intuì che stavano cercando Giacomino. A questo punto la papera emise con tutto il
fiato che aveva tanti "quiii quiii" acuti e prolungati che furono
uditi dal fattore e da tutti coloro che si erano prodigati nella ricerca dei
giovane. Si era fatto sempre più buio ma
la piccola sagoma bianca della papera venne individuata e il fattore con due
braccianti a bordo della vecchia barca del guardiano poterono raggiungere
Gelsomina la quale volgendo il capo verso il canneto continuava a ripetere
“'.qui, qui, qui”.
Fu allora che si udì un fievole lamento provenire dal
canneto e tutti si tuffarono nell’acqua annaspando nel buio e addentrandosi
vieppiù nell’intrico delle alghe fino a toccare un corpo fradicio immerso quasi
completamente salvo per le braccia aggrappate alle canne. Giacomino venne issato a bordo quasi privo di
sensi e portato in salvo.
Intanto
Gelsomina con le poche forze che le erano rimaste nuotava lenta verso riva per
ritornare alla fattoria. Nessuno si era
più curato di lei dopo il ritrovamento del ragazzo. Giunta sulla riva si fermò per riposare e
cadde in un sonno profondo.
Stava forse
sognando quando le parve di udire delle voci, ma soprattutto , quella di
Giacomino... si, era lui che la chiamava “Gelsomina-qui” svegliati, sono io,Giacomino! Gelsomina apri
gli occhi e notò che il sole era già allo.
ma come si chiese, "dove sono?« Ma ecco Giacomino prenderla fra le
braccia come non aveva mai fatto ed offrirle una manciata di squisito
becchime. Tale fu la gioia di Gelsomina
che strofinò il suo lungo collo a quello dei ragazzo ignorando il cibo perché
per lei in quel momento ciò che contava di più era il caldo conforto di questo
abbraccio che voleva dire "grazie, ti voglio bene”.
Da allora alla fattoria capirono che grazie a quella buffa creatura un
miracolo si era compiuto e quindi Gelsomina
entrò a far parte a tutti gli effetti della comunità delle papere che la
rispettarono e la accettarono come compagna.
Da quel giorno fortunato si udì sovente alla fattoria un gaio
coro di “qua qua" e 'qui qui" e
Gelsomina divenne la mascotte da tutti benvoluta.
nonna Elda
Ciao Nonna Elda, la piccola Ludovica ha gradito molto la tua fiaba!!
RispondiEliminaAlla prossima.
Livia
Bello questo blog e molto belle le favole, le ho tutte lette alla mia piccola silvia.
RispondiEliminatornerò ancora.
Anna
Ciao nonna Elda, passa nel mio blog c'e' un premio per te!!
RispondiEliminaLivia
ciao nonna Elda, le tue fiabe sono state molto apprezzate dalla bimba che c'è in me . un abbraccio kiara
RispondiEliminaCarissime Livi,Anna e Kiara, vi sono molto grata per i vostri commenti
RispondiElimina.Per me sono come un regalo e vi sono riconoscente.
Grazie ancpra a tutte di cuore.
Elda
Livia cercherò di guardare il tuo blog apena capisco come si fa.