Josef Mansfeld - La nonna racconta
Alla mia età non è facile usare questi mezzi tecnologici ma, mia figlia mi ha convinta, perciò, ci voglio provare. Abbiate un po' di pazienza se risponderò in ritardo ai commenti o farò un po' di confusione.
Da un po' di tempo ho rispolverato il mio amore per la scrittura, da autodidatta e, visto che i miei nipoti sono ormai cresciuti, vorrei condividere qualcosa dei miei scritti in questo mondo virtuale, sperando che possano essere interessanti per altri "nipoti", grandi e piccini.
Mi piace scrivere un po' di tutto ma, in modo particolare, storie per bambini ed anche poesie.
Per incominciare vi lascio la storiella di un pulcino. Devo aggiustare un po' la metrica, ma intanto eccola qui:
IL
PULCINO CANTERINO
Era
un bel pulcino giallo
Mattiniero
e molto arzillo
Dopo l’imbeccata attesa
Che
la chioccia gli faceva
Egli
usciva dal pollaio
Con
le piccole zampette
E
graziosi salterelli
Si
guardava tutt’intorno
E
poi quando faceva giorno
E
il sol brillava in cielo
Iniziava
a squarcia gola
Il
suo canto mattutino
Parea
a noi una sola nota
Ripetuta e a volte un po’ allungata
Che
alla fin ciip ciip diventava;
Orgoglioso
si sentiva
Per
la nuova sua maestria
Non
lo stesso chi l’udiva
La
chioccia preoccupata
Per
gli assoli del pulcino
Fuor
correva col catino
E
da bere gli portava.
Bevve
un sorso il piccolino
E
a cantar ricominciò.
Ma
dall’alto la civetta
Risvegliata
fuori ora
Era
un poco risentita:
ogni
dì la stessa cosa
esso
canta senza posa:
Come
faccio io a dormire?
Si
rivolse al pulci netto:
“Senti
tu,la vuoi capire?
“devi
smetter così presto di cantare
“io
di notte sono sveglia
“e
al mattin devo riposare”
E
che fece il piccolino?
Imitar
volle l’uccello
E
cercò di restar sveglio
Si
posò su un ramoscello
Tutto
fiero di provare
La
civetta ad imitare
Lei
lo vide da lassù
Fece un volo a lui diretto
Invitandolo
col becco a rientrare
Troppo
fredda era la notte
Ubbidì senza fiatare
Il
pulcino intraprendente
Dopo
tutto sonno aveva
E far capire niente
Tra
le piume della mamma
Fece
la sua bella nanna.
Il
mattino successivo
Si
svegliò cercando il cibo
E
la chioccia lo imbeccò.
Ma
stavolta per riguardo
Alla
civetta ad uscire ritardò
Finché alto fosse il sole
Ed
infine se ne andò
Dove
sempre si recava
Sotto
un albero gigante
E
a cantare incominciò
Ma
ad un tratto ricordò
La
civetta che lassù
Forse
ancora riposava
E
la sera avanti era stata
Assai
gentile esortandolo
Ad
entrare e così decise tosto
Di
cercare un altro posto
Più
lontano da quel nido
Dove
stava la civetta
E
così poté cantare
Senza
alcuno disturbare
Passò
il tempo,il bel pulcino
Poi
divenne un bel galetto
Sempre
arzillo e canterino
Con
la voce un po’ di petto
Ed
il cip non fu più uguale.
Egli
un dì volle provare
Ad
usare le sue ali
Per
salire sulla pianta
Dove
vive la civetta
E
poterla salutare
E
dirle che serbava
Il
ricordo di una notte
Ormai
lontana che uscita
Dal
suo nido aiutare
Lei
lo volle e così era riuscita
A
mandarlo a far la nanna
Lei
lo vide e scese giù
“Tu
non farlo proprio più
Non
sei nato per volare
Anche
avrai le ali e ancor
Più
penne mio galletto,
devi
credermi,ogni tanto
sarò
io a scender giù
a
sentire il nuovo canto
ma
non devi farti male
non
far più ciò che non vale.
Tu
continua a crescer bello
Il
tuo canto a migliorare
Diverrai
un giorno il Re
Del
pollaio,amico mio.
Non
farai più pìo, pìo
E
farai chirichichì
Con le tue galline intorno.
Stammi
bene,e sii felice
Non
pensare ai voli miei
Sii
contento come sei.
La
civetta volò via
Lasciando
un po’. di
nostalgia
Elda Leali
A presto!!!
carissima "nonna" Elda per è stato un piacere sapere del suo blog, con un sorriso mentre leggevo una delle sua filastrocche mi sono accorta che son ritornata a tanto tempo fa indietro..pochi momenti di mia madre..sono legata in modo particolare alle buon care vecchi modi di un tempo forse tutto allora era piu genuino..con immenso piacere per me essere una sua (come si dice qui dentro) follover..mi fa stare bene..la invito quando vuole venire nella mia soffitta..forse trovera qualcosa di un tempo un po impolverato ma sa ancora di quel profumo di tempo che fa tanto vintage!! un abbraccio! Piera
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